La nostra cultura è fissata sul concetto di “allenamento cardio-respiratorio” e privilegia l’attività fisica intensa. Le posizioni dello yoga certamente contribuiscano ad aumentare la capacità polmonare, migliorando la flessibilità della zona toracica, di spalle e schiena, permettendo ai polmoni di espandersi più pienamente. Migliorando la capacità di espansione polmonare, e quindi anche la VO2max (massimo volume di ossigeno consumato per minuto) condizionando il diaframma, l’allenamento dello yoga contribuisce a ossigenare più pienamente il sangue.

Le sequenze di posizioni, come ad esempio Suryanamaskar – Saluto al Sole, aumentano la frequenza cardiaca, facendo dello yoga un allenamento aerobico impegnativo. Molte posizioni yoga, in particolare in piedi o nelle posizioni di equilibrio o nelle inversioni, richiedono una discreta dose di forza, perché implicano contrazioni isometriche di molti gruppi muscolari grandi e piccoli. Naturalmente, mantenere più a lungo queste posizioni aumenta questo effetto.

C’è però sempre da chiedersi se l’esercizio fisico, che è sicuramente una cosa benefica, non sia spesso spinto a livelli esagerati.

Sarebbe importante chiederci, per capire bene come orientarci, qual è la finalità dell’esercizio. E ci sarebbe anche da interrogarci se l’esercizio esagerato e intenso porti ad un equilibrio sano e duraturo.

Durante la pratica delle asana lo sforzo è calibrato in modo da non stimolare eccessivamente il corpo, e il respiro fluisce in modo armonico anche nei momenti più impegnativi attraverso le narici evitando di ansimare o alzare troppo il battito cardiaco.

Infine, lo yoga aiuta a migliorare il coordinamento e l’equilibrio.